IPERMANGANESEMIA ISOLATA AUTOSOMICO RECESSIVA

MALATTIE DEL METABOLISMO

NOTE INFORMATIVE
  

L’ipermanganesemia isolata autosomica recessiva è una malattia rara caratterizzata da un accumulo anomalo di manganese nel sangue (ipermanganesemia) senza altre anomalie metaboliche significative.

Questa condizione è causata da mutazioni nel gene SLC30A10, che codifica per un trasportatore di manganese responsabile della sua eliminazione dal corpo, principalmente attraverso la bile.

Epidemiologia

L’ipermanganesemia isolata autosomica recessiva è estremamente rara, con meno di 100 casi riportati in letteratura medica. A causa della sua rarità e della possibile sottostima diagnostica, la prevalenza esatta è sconosciuta. La malattia colpisce entrambi i sessi e può manifestarsi in qualsiasi gruppo etnico.

Eziologia e Genetica

Come suggerisce il nome, l’ipermanganesemia isolata autosomica recessiva è ereditata con un pattern autosomico recessivo. Ciò significa che un individuo deve ereditare due copie mutate del gene SLC30A10 (una da ciascun genitore) per sviluppare la malattia. I genitori di un individuo affetto sono generalmente portatori sani, ovvero possiedono una copia mutata del gene e una copia normale. Hanno un rischio del 25% di avere un figlio affetto ad ogni gravidanza.

Le mutazioni nel gene SLC30A10 compromettono la funzione del trasportatore di manganese, determinando un accumulo di questo metallo in vari tessuti, in particolare nel fegato, nel cervello e nei gangli della base.

Manifestazioni Cliniche

I sintomi dell’ipermanganesemia isolata autosomica recessiva possono variare notevolmente da individuo a individuo, sia in termini di gravità che di età di insorgenza. Alcuni individui possono rimanere asintomatici per anni, mentre altri sviluppano sintomi nell’infanzia o nell’adolescenza.

Le manifestazioni cliniche più comuni includono:

  • Disturbi del movimento: tremore, distonia (contrazioni muscolari involontarie), parkinsonismo (rigidità, lentezza dei movimenti, instabilità posturale), difficoltà di coordinazione.
  • Problemi neuropsichiatrici: ritardo dello sviluppo, difficoltà di apprendimento, disturbi del comportamento, psicosi.
  • Anomalie epatiche: aumento degli enzimi epatici, epatomegalia (ingrossamento del fegato), cirrosi epatica.
  • Altri sintomi: policitemia (aumento dei globuli rossi), anomalie scheletriche, ipogonadismo (ridotta funzione delle gonadi).

Diagnosi

La diagnosi di ipermanganesemia isolata autosomica recessiva si basa su una combinazione di:

  • Esami del sangue: elevati livelli di manganese nel sangue e, in alcuni casi, aumento degli enzimi epatici.
  • Esami di imaging: la risonanza magnetica (RM) del cervello può mostrare anomalie nei gangli della base, simili a quelle osservate nella malattia di Parkinson.
  • Test genetici: l’analisi del gene SLC30A10 può confermare la diagnosi identificando le mutazioni responsabili.

Prognosi

La prognosi dell’ipermanganesemia isolata autosomica recessiva è variabile e dipende dalla gravità dei sintomi e dall’età di insorgenza. Non esiste una cura definitiva per la malattia, ma il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e sulla riduzione dei livelli di manganese nel corpo.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

A.S.Re.M – Policlinico Ospedaliero ” A.Cardarelli”

Campobasso (CB)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

AOU Renato Dulbecco di Catanzaro

Catanzaro (CZ)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

Ospedale S. Paolo di Milano -ASST SS. Paolo e Carlo

Milano (MI)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ospedale Maggiore

Parma (PR)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

Azienda USL di Piacenza – Ospedale Guglielmo da Saliceto

Piacenza (PC)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

ASST Lariana – Ospedale Sant’Anna

San Fermo della Battaglia (CO)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

Al momento non esistono farmaci specifici o trattamenti curativi per l’ipermanganesemia isolata autosomica recessiva.

Tuttavia, ci sono alcune opzioni terapeutiche che possono aiutare a gestire i sintomi e a migliorare la qualità della vita dei pazienti:

  • Terapia chelante: I chelanti sono farmaci che si legano ai metalli nel corpo e ne promuovono l’escrezione. In alcuni casi, i chelanti come l’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) possono essere utilizzati per ridurre i livelli di manganese nel corpo. L’efficacia di questa terapia varia da paziente a paziente e richiede un attento monitoraggio.
  • Supporto nutrizionale: Una dieta povera di manganese può aiutare a limitare l’accumulo di questo metallo. Un dietologo può fornire indicazioni specifiche su quali alimenti evitare e quali privilegiare.
  • Gestione dei sintomi: I sintomi neurologici, come i disturbi del movimento, possono essere gestiti con farmaci specifici e terapie di supporto, come la fisioterapia e la logopedia.