CHIRURGIA DELL'ANCA

PROCEDURE MEDICHE

NOTE INFORMATIVE
  

La chirurgia dell’anca, nota anche come artroplastica dell’anca, ha lo scopo di alleviare il dolore e ripristinare la mobilità articolare in pazienti con gravi danni all’articolazione dell’anca.

Questa procedura prevede la sostituzione dell’articolazione danneggiata con una protesi artificiale.

Indicazioni

La chirurgia dell’anca è generalmente indicata per pazienti con:

      • Artrosi avanzata dell’anca: è la causa più comune di dolore e disabilità dell’anca.
      • Artrite reumatoide: una malattia autoimmune che causa infiammazione e danni alle articolazioni.
      • Necrosi avascolare della testa del femore: una condizione in cui la testa del femore collassa a causa di un apporto di sangue insufficiente.
      • Fratture dell’anca: soprattutto in pazienti anziani.
      • Displasia dell’anca: una malformazione congenita dell’articolazione dell’anca.
      • Altre condizioni: come tumori ossei o deformità dell’anca.
Controindicazioni

Le controindicazioni alla chirurgia dell’anca includono:

      • Infezioni attive: è necessario trattare qualsiasi infezione prima dell’intervento.
      • Grave osteoporosi: la densità ossea compromessa può rendere difficile l’ancoraggio della protesi.
      • Condizioni mediche che aumentano il rischio chirurgico: come malattie cardiache, polmonari o renali gravi.
      • Mancanza di supporto sociale: è importante avere un adeguato supporto post-operatorio.
      • Obesità: può aumentare il rischio di complicanze.
Descrizione della procedura
    • Ambiente: sala operatoria sterile e attrezzata.
    • Personale: chirurgo ortopedico, anestesista, infermieri strumentisti, infermieri di sala operatoria.
    • Anestesia: anestesia generale o spinale.
    • Strumenti e materiali: protesi d’anca (stelo femorale, testina, cotile), strumenti chirurgici specifici, cemento osseo (se necessario).
    • Tecnica: esistono diverse tecniche chirurgiche, tra cui l’approccio posteriore, laterale e anteriore. La scelta dipende dalle condizioni del paziente e dalle preferenze del chirurgo. In generale, la procedura prevede l’incisione della pelle e dei muscoli, la rimozione della cartilagine e dell’osso danneggiato, l’impianto della protesi e la chiusura dell’incisione.
    • Durata: l’intervento dura in genere 1-3 ore.
Post-procedura
    • Monitoraggio: i parametri vitali (pressione sanguigna, frequenza cardiaca, respirazione) vengono monitorati nel periodo post-operatorio.
    • Cure post-procedura: fisioterapia per recuperare la mobilità e la forza, farmaci antidolorifici e anticoagulanti.
    • Complicanze: infezione, lussazione della protesi, trombosi venosa profonda, lesioni nervose, differenza di lunghezza degli arti, allentamento della protesi.
Benefici attesi
    • Riduzione del dolore: la chirurgia dell’anca può alleviare significativamente il dolore all’anca.
    • Miglioramento della mobilità: i pazienti possono riprendere a camminare e a svolgere le attività quotidiane con maggiore facilità.
    • Miglioramento della qualità della vita: la riduzione del dolore e il miglioramento della mobilità possono portare a una migliore qualità della vita.
Rischi potenziali
    • Infezione: è una complicanza grave che può richiedere un ulteriore intervento chirurgico.
    • Lussazione della protesi: la testa del femore può uscire dall’acetabolo.
    • Trombosi venosa profonda: formazione di coaguli di sangue nelle vene profonde, che possono migrare ai polmoni (embolia polmonare).
    • Lesioni nervose: possono causare intorpidimento o debolezza nella gamba.
    • Differenza di lunghezza degli arti: un arto può risultare più lungo o più corto dell’altro dopo l’intervento.
    • Allentamento della protesi: la protesi può allentarsi nel tempo, richiedendo un intervento di revisione.
    • Reazioni allergiche: ai materiali della protesi.

Informazioni aggiuntive:

    • È importante discutere con il proprio medico i benefici e i rischi della chirurgia dell’anca.
    • La riabilitazione post-operatoria è fondamentale per un recupero completo.
    • La durata della protesi varia a seconda di diversi fattori, tra cui l’età del paziente, il livello di attività e la qualità dell’osso.